In considerazione della notevole incidenza dell’Osteoporosi, l’approccio clinico più corretto è quello di ordine preventivo, da attuare sia con misure igienico-ambientali, sia attraverso messaggi mirati alla popolazione, che risultino efficaci per ridurre il rischio della malattia (prevenzione primaria); di non minore importanza è inoltre la diagnosi precoce dell’Osteoporosi, in quanto la sua tempestiva e corretta formulazione, in presenza di livelli di massa ossea anche solo modestamente ridotti, può consentire di programmare opportuni interventi e di conseguenza di ridurre la successiva incidenza di fratture (prevenzione secondaria).
Poiché il picco di massa ossea raggiunto in età premenopausale e la velocità di perdita ossea che si verifica dopo la menopausa rappresentano due fattori determinanti dell’Osteoporosi, occorre, in una strategia di prevenzione, tenerne prioritariamente conto.
La prevenzione dell’Osteoporosi si concretizza attivando tutte le misure tese a impedirne o rallentarne la comparsa mediante la correzione dei fattori di rischio. Interventi non farmacologici (attività fisica, adeguato apporto di calcio con la dieta) oltre che l’eliminazione o la riduzione di fattori di rischio specifici modificabili (fumo, abuso di alcool, rischi ambientali di cadute) possono essere consigliati a tutti. Una dieta adeguata con giusto apporto di vitamina D, ma anche equilibrata con corretto apporto di proteine, carboidrati e lipidi può essere utile per ottimizzare il picco di massa ossea anche in età giovanile.
L’utilizzo di farmaci per la prevenzione dell’Osteoporosi non è in generale giustificata.