Terapia

TRATTARE LA MALATTIA

Il trattamento dell’Osteoporosi è finalizzato alla riduzione del rischio di frattura. In ogni caso i provvedimenti non farmacologici (dieta, attività fisica) o l’eliminazione di fattori di rischio modificabili (fumo, igiene di vita) possono essere raccomandati a tutti.

L’utilizzo di farmaci specifici appare giustificato quando il rischio di frattura a 10 anni, valutato con l’ausilio di appositi algoritmi validati (FRAX o DeFRA), e non sulla base della sola densitometria, è considerato rilevante. Condizioni di rischio di elevata entità sono considerate la presenza di una precedente frattura da Osteoporosi  e il trattamento cortisonico (almeno per dosi >5 mg/die di prednisone assunti per più di tre mesi in persone di età >50 anni).  In questi due casi il rischio di frattura è così elevato che la decisione di avviare una terapia farmacologica può prescindere dai valori densitometrici. In ogni caso questi farmaci devono essere assunti solo dietro precisa indicazione medica.

 


I Bisfosfonati

L’Alendronato, il Risedronato e l’Ibandronato sono i bisfosfonati con sicura documentazione di efficacia nel ridurre il rischio di fratture. La loro assunzione può provocare talvolta lesioni ulcerative esofagee specie in pazienti con disturbi del transito esofageo o quando assunti in maniera impropria. Questi composti debbono quindi essere usati con cautela in soggetti con disturbi esofagei o con una storia di malattie peptiche.

I risultati di studi randomizzati e controllati indicano che Alendronato e  Risedronato sono efficaci sia nella prevenzione sia nel trattamento dell’Osteoporosi indotta da glucocorticoidi.

Per Etidronato e Clodronato l’efficacia anti-fratturativa è stata documentata in studi non conclusivi e limitatamente alle fratture vertebrali. Sono farmaci di seconda scelta, che hanno trovato utilizzo nella prevenzione primaria per il loro basso costo.

L’Alendronato e il Risedronato sono anche approvati per il  trattamento dell’Osteoporosi maschile.

 

I Farmaci Anabolizzanti

Il frammento 1-34 del paratormone (Teriparatide)  e la sua molecola intera 1-84 sono registrati per la terapia dell’Osteoporosi postmenopausale grave e il solo Teriparatide è utilizzabile nel trattamento dell’Osteoporosi da corticosteroidi e nel maschio. Questi farmaci sono in grado di ridurre drasticamente il rischio di fratture vertebrali e non vertebrali e, al momento, sono indicati solo nelle forme più severe di Osteoporosi, caratterizzate cioè da numerose fratture, oppure nei casi  non responsivi alla terapia con anti-riassorbitivi (SERMs, Bisfosfonati) e solo per un massimo di 24 mesi.

 


I SERMS

Il Raloxifene e il Bazedoxifene sono farmaci che si legano al recettore estrogenico in grado di produrre effetti agonistici a livello osseo ed epatico e antagonistici per mammella e apparato genito-urinario.

La loro efficacia antifratturativa è stata documentata per le fratture vertebrali, mentre manca la documentazione di efficacia per quelle non-vertebrali; possono indurre un aumentato rischio di eventi tromboembolici e  accentuare  i fenomeni vasomotori postmenopausali.

 

Il Denosumab

Recentemente è stato introdotto in terapia un nuovo farmaco che, accanto a innegabili proprietà terapeutiche, presenta il non trascurabile vantaggio di essere somministrato per via intramuscolare una volta ogni 6 mesi.

Esso agisce sulla “catena di montaggio” degli osteoclasti e pertanto riduce la velocità di “decomposizione” minerale dell’osso e previene in maniera assai significativa, l’insorgenza di nuove fratture.

 

Romosozumab

Romosozumab è un anticorpo monoclonale indicato per il trattamento dell'osteoporosi severa in donne in post-menopausa ad alto rischio di frattura.

E’ l’unica molecola ad oggi disponibile nella pratica clinica con un duplice effetto: da un lato stimola l’attività degli osteoblasti, quindi la neoformazione ossea, dall’altro riduce l’attività delle cellule che rimuovono il tessuto osseo (osteoclasti). Per questo motivo, quella con Romosozumab viene definita una terapia “osteo-regolatrice”, perché va a correggere lo sbilanciamento tipico dell’osteoporosi tra l’attività degli osteoblasti e quella degli osteoclasti, che comporta unmaggio rischio di fratture da fragilità.

Da somministrarsi attraverso iniezioni sottocutanee, il romosozumab può essere dispensato e rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) (Fascia A) solo dietro presentazione di ricetta medica e su prescrizione di Medici specialisti (internista, ortopedico, reumatologo, fisiatra, geriatra, endocrinologo, ginecologo, nefrologo) operanti in strutture sanitarie pubbliche o convenzionate.

In Italia Romosozumab è commercializzato come specialità medicinale con il nome di Evenity ed è disponibile in soluzione iniettabile per via sottocutanea, all'interno di siringhe preriempite pronte all'uso. La dose raccomandata è di 210 mg di principio attivo che devono essere somministrati in due iniezioni sottocutanee da 105 mg ciascuna una volta al mese per un periodo di 12 mesi.

Non sono note interazioni farmacologiche tra il Romosozumab e altri farmaci o prodotti.

Controindicazioni

Romosozumab è controindicato in pazienti allergici al romosozumab o a uno qualsiasi degli eccipienti, con bassi livelli di calcio nel sangue (ipocalcemia) o con anamnesi di infarto del miocardio (infarto) o ictus.

Tutti i pazienti devono essere incoraggiati a mantenere una buona igiene orale e ricevere controlli dentali di routine. Durante il trattamento con tomosozumab, i pazienti sottoposti a trattamento odontoiatrico o sottoposti a chirurgia dentale (ad es. estrazioni dentali) devono informare il proprio medico in merito al loro trattamento odontoiatrico e informare il dentista che stanno assumendo romosozumab.

Reazioni avverse

Le reazioni avverse più comuni sono state rinofaringite (13,6%) e artralgia (12,4%). Le reazioni avverse comuni includevano: ipersensibilità, sinusite, eruzione cutanea, dermatite, mal di testa, dolore al collo, spasmi muscolari e reazioni nel sito di iniezione (le reazioni più frequenti nel sito di iniezione erano dolore ed eritema). Reazioni avverse non comuni sono state: orticaria, ipocalcemia, ictus, infarto del miocardio e cataratta. Infine, rari effetti collaterali sono state gravi reazioni allergiche che hanno causato gonfiore di viso, gola, mani, piedi, caviglie o parte inferiore delle gambe (angioedema) ed eruzione cutanea acuta (eritema multiforme).

   

L'osteoporosi, una malattia degenerativa...